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Da Trento all'isola di Krk

13 tappe e 880 km lungo i fiumi di Austria Slovenia e Croazia


By Dario Pedrotti d.pedrotti@lillinet.org, Mon, 9 Sep 2002 10:05:34 +0200

Premessa

Il giro è molto bello e non eccessivamente faticoso. Si trovano delle ottime cartine fino a Maribor (Da Dobbiaco è tutta ciclabile, la Drauweg), un po' meno in Slovenia e Croazia, dove ciclabili praticamente non ce ne sono, ma ci sono parecchie strade secondarie senza traffico. In Slovenia agli uffici turistici si possono trovare cartine della zona decenti (noi ci siamo accontentati di quelle, ma consigliamo caldamente di procurarvi una carta almeno al 200.000, possibilmente con le curve di livello?) e un paio di pubblicazioni interessanti, anche in Italiano, su "Slovenia in bicicletta" e "Le strade secondarie sono più accattivanti di quelle principali". Aiutano molto. Non fate troppo affidamento sui cartelli segnaletici delle presunte piste ciclabili ("kolesarska pot", in sloveno) che a volte mancano. Sulla strada che abbiamo scelto noi abbiamo incontrato traffico solo in alcuni punti che non avevano alternative, andando a ficcarci in strade impossibili solo un paio di volte, evitabili.

Il giro non è assolutamente possibile con bici da corsa o comunque ruote da strada pura, perché in Slovenia a volte le strade statali diventano improvvisamente sterrate e anche le ciclabili dell'Austria non sempre sono asfaltate.

In Austria si trova acqua ogni 2 chilometri, in Slo e Cro pare non abbiano ancora inventato le fontane o che vi siano culturalmente avversi, perché non siamo riusciti ad incontrarne neanche una. In compenso lungo la strada ci sono molte more, mele, pere, prugne?

Noi l'abbiamo fatto a cavallo di ferragosto e quando c'era il sole picchiava parecchio, ma nel complesso il clima non era male. Per la frutta è decisamente meglio settembre?




Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

I

Trento

Bolzano

60

0

4h 30'

0


Per iniziare una tappa piana, di tutto riposo, non fosse per il vento contrario che ci ha accompagnato per tutto il viaggio. È tutta pista ciclabile, dal centro di Trento al centro di Bolzano. Abbiamo incontrato parecchie comitive di cicloturisti in senso inverso. Per il pernottamento a Bz noi ci siamo fatti ospitare e nutrire (abbondantemente?) da un'amica, ma ci sono varie strutture. Il tempo impiegato è da dilettanti, con un minimo di applicazione ci si può mettere la metà.




Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

II

Bolzano

S.Lorenzo

70

600

5h*

+


Poco dopo Bolzano la ciclabile finisce e fino a Bressanone ce ne sono solo alcuni tratti, anche se pare ci stiano lavorando dietro per terminarla. Noi da Prato Inarco abbiamo preso la corriera, che carica le biciclette alla modica cifra di 1 euro e risparmia un tratto di strada non bello e molto trafficato. Da Bressanone c'è un pezzettino di ciclabile lungo il fiume Rienza, poi si deve andare in direzione di Schabs e aguzzare la vista per vedere il magico simbolino della "forchetta" rossa (pagherei per scoprire chi li attacca questi preziosissimi adesivi segna strade per ciclisti). Per un pezzo bisogna anche seguire la statale ma poi grazie agli adesivi si devia per stradine laterali fino ad imboccare la ciclabile della Punteria (invisibile se non si conosce il trucco degli adesivi?), molto molto bella, fra boschi e prati. Noi abbiamo incontrato un ciclotipo che veniva da Lubjana ed era diretto in Corsica? Ci siamo fermati a S.Lorenzo perché le offerte di campeggi non sono numerosissime, e perché il quello di lì c'è una stupenda piscina con cascatella


Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

III

S.Lorenzo

Tassenbach

50

400

4h 30'

0


Dopo un doveroso bagno mattutino ci avviamo sotto un cielo piovviginoso verso il confine. Fino a Dobbiaco la strada (sempre pista ciclabile) sale, sempre molto bella, utilizzando per alcuni tratti le gallerie del vecchio tracciato della ferrovia, perfettamente illuminate. Nel percorso seminiamo una giacca e ce ne rendiamo conto alla pausa pranzo. Torno indietro a cercarla, e grazie ad un genio che l'ha raccolta e l'ha appesa su un fienile in modo che sia visibile solo percorrendo la strada in direzione Dobbiaco, mi faccio un paio di chilometri in più del necessario per trovarla. Dopo Dobbiaco la strada inizia a scendere dolcemente lungo la neonata Drava, che accompagneremo fino alla adolescenza avanzata. Il camping di Tassenbach è piuttosto triste, ma non ci sono molte alternative. L'impressione è che un giorno un paio di contadini abbiano capito che allevare campeggiatori è più riposante e redditizio che allevare vacche e abbiano ritoccato la loro fattoria di quel minimo che il caso imponeva. Ad esempio hanno svuotato il laghetto dove le vacche facevano il bagno e hanno realizzato dei bagni da bipedi nell'ex fienile?




Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

IV

Tassenbach

Sachsenburg

100

150

6h

+


Il cielo rimane grigetto ma non piove, e dopo aver sborsato una fortuna per le spaccatine che la signora ex contadina spacciava al suo mercato nero, ci involiamo lungo la discesa verso Lienz. Boschi, paludi, campi, cascatelle, mais, grano, il panorama è molto vario e piacevole e lo sforzo ridottissimo ne permette un godimento ottimale. A Lienz stanno preparando per la mega festa cittadina che comincia alla sera, così scappiamo velocemente, non prima di aver estorto con grandi sorrisi 4 fotocopie del libro-cartina della ciclabile lungo la Drava all'ufficio turistico per completare la nostra dotazione informativa almeno fino a Maribor. Il pranzo è un frugale panino su una panchina di Oberdrauburg, sotto un ballatoio che ci protegge dall'ennesimo tentativo di pioggia. Poi la ciclabile decide scioccamente di allontanarsi dal tranquilli argine del fiume dove si era snodata fino a quel momento e si inerpica inutilmente sul versante della montagna, portandoci a spasso per boschi di pini pieni di funghi prima di farci inevitabilmente riscendere in fondovalle. Nei paesini disseminati sugli ultimi chilometri della nostra fatica alcune case espongono cartelli in cui si dichiarano amiche dei cicloturisti. Visto che da quelle parti non passerà mai un turista se non pedalando, mi sorge il dubbio che sia solo una bieca ruffianeria. Noi per la notte siamo ospitati da una famiglia di Servas, dotata di marito che lavora in una ditta che fa strade e nella pausa invernale del suo lavoro si è costruito l'intero salotto in legno. A Sachsenburg c'è comunque anche un bellissimo campeggio, al momento pieno di Olandesi.




Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

V

Sachsenburg

Faakersee

65

500

6h 30'

++


Dopo un giorno di pausa a casa dei signori Virnau, mentre fuori pioveva e nel resto dell'Austria e dell'Europa c'era il diluvio universale, siamo ripartiti lungo il Drauweg, cielo piovviginoso e pista piatta. Come resistere dunque alla tentazione di complicarsi la vita un po' andando a dare un'occhiata al Millstätter See? Arrivandoci da Spittal è quasi piana, noi ovviamente decidiamo di arrivarci da Römenthurm facendoci 4 km di salita per arrivarci scavalcando un dosso, e altri 4 (con una rampa almeno al 16%?) per tornare lungo la Drava. L'Anto mi toglie la parola per una decina di chilometri, e solo i sontuoso panini che le preparo per pranzo permettono di ristabilire i contatti. Il lago è abbastanza carino, c'è pure una pista ciclabile che lo costeggia, peccato che gli alberi impediscano di vedere il lago per quasi tutto il tragitto... Ritroviamo la Drava piuttosto arrabbiata, un po' per il nostro abbandono, ma soprattutto per le piogge dei giorni precedenti. In un tratto si mangia anche la ciclabile, ma i nostri mezzi si dimostrano sufficientemente anfibi da proseguire. Poco prima di Villach buco, e mi sento quasi sollevato, perché nei 1000 km dei giri precedenti non mi era mai capitato e mi sembrava brutto. Per una buona mezzora impreco contro l'ultimo biciclettaio che mi ha tirato i della ruota in modo tale da renderne impossibile l'apertura senza piede di porco, poi chiamando a raccolta tutte le energie residue riesco a sconfiggere il bullone e fare l'operazione di cambio della camera d'aria. Quando risalgo in bici sono distrutto. Breve visita in centro a Villach, dove le mie mani zozze e i nostri pantaloncini da bici (che sono convinto sembrino ai non addetti ai lavori nascondere un pannolone) non ci permettono di mimetizzarci nella folla di turisti chic che passeggiano per le vie. Prima del meritato riposo ci becchiamo un altro paio di km di salita e un'altra rampa micidiale, deviando dalla ciclabile per andare a pernottare in un campeggio sul Faaker See. Questa volta il posto merita la fatica fatta, e ceniamo romanticamente su una panchina davanti al tramonto sul lago. Poco lontano un tipo gioca con un'anatra telecomandata.



Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

VI

Faakersee

Turnersee

70

150

7h

+


Bagnetto mattutino, omaggio di una rosa gialla da parte die gestori del campeggio e poi via verso la Drauweg, prendendo una breve licenza du stradine secondarie, fra allevamenti di daini e lama. La ciclabile diventa piuttosto noiosa, costeggiando un fiume trasformato in una successione di grandi laghi da una serie di dighe. Fra l'altro ogni tanto la ciclabile decide di inerpicarsi lungo qualche affluente per andare a beccare dei ponticelli spersi nei boschi. Il paesaggio si inselvatichisce e la rampa giornaliera ce la facciamo deviare di nuovo verso un campeggio sul lago, al Turnersee. Anche questa volta la rampa (e stravolta non è meno del 18% di pendenza) viene ripagata dalla bellezza del posto e dalla limpidezza dell'acqua del lago.




Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

VII

Turnersee

Lavamünd

45

200

4h 30'

0


Bagno, "colazione" alle 12.30, insomma giornata ciclisticamente poco professionale. Costeggiao il Klopainer See per tornare alla Drauweg, che raggiungiamo in corrispondenza del ponte che attraversa la Drava portando la ciclabile dall'altra parte, all'altezza di Völkermarkt. Da qui il percorso si prende un'altra lunga licenza dagli argini, e sale fra campi e boschi (trovo una brisa e una mazza da tamburo, che perderò dopo aver pazientemente tagliato e fatto seccare?), con un fondo sempre più sassoso. Per tornare dall'altra parte del fiume, la ciclabile utilizza un ponte ferroviario da cui fanno anche bunjee jumping, ma in quel momento sono un ciclista?

Qui per un pezzo scompaiono le indicazioni, e dato che la cartina della ciclabile non ce la siamo voluti comperare andiamo a naso per un po', ma ci azzecchiamo e arriviamo a Lavamünd dove troviamo un affittacamere piuttosto economico. I padroni accettavano anche campeggiatori nel loro giardino, ma per una volta ci concediamo il lusso in una camera come si deve. Del resto un rapido calcolo ci permette di sapere che i nostri consumi sono piuttosto ridotti: con 1 di cibo facciamo circa 13,2 km



Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

VIII

Lavamünd

Maribor

80

600

7h

++


La colazione si rivela al di sotto delle aspettative, causa una certa carenza di affettati e formaggio, tuttavia l'emozione per l'imminente uscita dall'Europa ci permette di superare il trauma. Alla frontiera cambiamo un po' di soldi e scopriamo che la moneta slovena si chiama "tolar", che sembra un nome tarocco inventato in una storia del Topolino e invece non lo è. Decidiamo per comodità che un tolar vale 10 lire, ed è un arrotondamento ragionevole. In Slovenia la ciclabile prosegue molto ben segnata fino a Trbonje, poi senza cartina diventa un po' dura. Fortunatamente abbiamo le fotocopie scroccate a Lienz. Il paesaggio è molto bello, la strada anche, per i primi chilometri in una valle stretta e boscosa, poi in mezzo ai campi. A Vuzenica incontriamo una allegra rampa al 18% (del resto il giorno prima ci era mancata) e in cima c'è una gran festa di paese per l'Assunta. Resistiamo ai profumi dei cibi vari e ai cori, e proseguiamo lungo la ciclabile che inizia un tratto di vari chilometri di saliscendi piuttosto indisponenti. A Podvelka finiscono i saliscendi e inizia il sali-sali, aggravato dal fatto che manchiamo un bivio (complici la nostra cartina in bianco e nero, e questo è colpa nostra, e il bivio travestito da ingresso di un campeggio, e questa è pura cattiveria dei locali) e saliamo un paio di chilometri in direzione sbagliata. (dopo il quinto paese che attraversavamo e che non c'era sulla cartina, ha iniziato ad affiorare il dubbio?). La valle è sempre più stretta e ripida, e i pochi abitanti del posto che incontriamo ci guardano come se non avessero mai visto un cicloturista o ci ridono dietro come se trovassero l'idea assolutamente idiota. Comunque arriviamo in cima e poi riscendiamo fino alla pianura di Maribor, dove la strada diventa più trafficata e gli ultimi 20 km sembrano eterni. A Maribor riusciamo a trovare un ostello della gioventù, l'Anto buca (ma si dimostra meno felice di me di adeguarsi finalmente alle medie mondiali a riguardo), e terminiamo la giornata con una economicissima cena in un ristorante in cui con 1015 tolar ci portano una minestra, una wiener schintze, una montagnola di patatine, una insalata mista, un paio di cestini di pane e un gelato tre palline più panna. Al termine la soddisfazione è tale che decidiamo di lasciare la mancia al cameriere, e l'Anto munificamente gli dice di tenere il resto. Lui fa un sorriso e ringrazia, ma sorride molto di più quando ci rendiamo conto che gli abbiamo lasciato l'equivalente di 300 lire e lo richiamiamo per rimediare.


Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

IX

Maribor

Pod?etrtek

80

300

7h

+++


Dopo un rifornimento di cibarie e cartine Slovene gratuite e una brevissima gita turistica per il centro, partiamo in direzione Ptuj, "la perla della Slovenia". I nostri documenti dicono che dobbiamo andare in direzione Duplek, peccato che non ci sia nessun cartello con nessuna indicazione. Fortunatamente però il nome è facile da pronunciare e riusciamo quindi a farci indicare la strada. Inizialmente si segue la statale, ma poi c'è l'indicazione per la ciclabile. Ad un certo punto incontriamo un gran cartello con una frase (ovviamente incomprensibile) che termina con un punto esclamativo. Non ho ancora finito di dire all'Anto "Chissà quale terribile avviso si cela dietro questa frase" che le scoppia la camera d'aria posteriore. Quella cambiata il giorno prima. Stavolta nessuno dei due è particolarmente felice del fatto, comunque sostituisco la camera d'aria (rattoppata nel frattempo) e mi accingo a gonfiare la ruota, quando mi rendo conto che ci sta formando una orribile bolla a causa di una rottura nel copertone. A questo punto al sospetto di essere sfigati si aggiunge la quasi certezza di essere (io) un deficiente, dato che quasi sicuramente il danno l'ho fatto io il giorno prima per tirare fuori il copertone. Grazie al cielo la fortuna a volta aiuta anche i deficienti, così riesco a trovare in un negozio a pochi chilometri un nuovo copertone e perdiamo solo un'oretta. Senonchè dopo una decina di chilometri in una amena e deserta strada di campagna la stessa ruota si buca di nuovo, e dopo aver verificato che non era né la toppa messa il giorno prima che aveva ceduto, né un errore di montaggio, ci mettiamo il cuore in pace e procediamo all'ennesima riparazione. Ptuj è un gioiello medio, poi, salutata definitivamente la Drava, proseguiamo per strade secondarie, prima in direzione Hajdina e poi Ptujiska Gora. Da lì proseguiamo lungo la valle della Dravinja, molto bella e senza macchine, fino a Poljcane. Qui l'Anto dichiara di non farcela più, ma, dopo aver verificato che il treno non poteva aiutarci, decidiamo di provare a vedere se la strada che ci separa dalla destinazione immaginata sale molto. Con una grossa botta di culo (del resto eravamo un po' in credito) la strada segue una valletta che si incunea fra due montagne salendo poco e molto lentamente, così seguendo per Rogaska Slatina e poi Pod?etrtek riusciamo a raggiungere il camping con piscina e parco acquatico in quella località. Le condizioni fisiche e l'ora tarda non permettono di approfittarne.



Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

X

Pod?etrtek

?atez

35

300

7h

+


Dopo breve conciliabolo decidiamo di rinunciare alla piscina del luogo puntando a passare il pomeriggio alle terme di ?atez, e la scelta si rivela azzeccata. Dal campeggio parte una stradina (che si può prendere anche dalle terme un paio di chilometri dopo il campeggio svoltando verso sinistra attraversando la ferrovia) che ci porta fino a Districa ob Sotli rimanendo a cavallo fra Slovenia a Croazia e senza farci incontrare neanche una macchina. Curiosamente passiamo la dogana per rientrare in Slovenia senza averne mai passata una per entrare in Croazia. Dopo Districa paghiamo la valletta semipiana del giorno prima con una valletta ripidissima e lunghetta. Dopo aver scollinato, iniziamo a cercare la ciclabile numero 12 ("kolesarska pot 12") segnata sulle nostre carte, e riusciamo a trovarla a ?uplevec girando a sinistra verso Dobova. Arrivati a Dobova lungo quella strada, che non è una vera ciclabile ma non c'è quasi nessuno, seguendo le preziose indicazioni che ci ha dato un locale, proseguiamo verso Brezice (andando diritti dopo l'attraversamento ferroviario all'ingresso del paese) fino a trovare sulla sinistra due alberghi affiancati con una stradina che ci passa in mezzo. Questa conduce sugli argini del fiume Sava, dove un barcaiolo fa il traghettatore. Normalmente si paga molto poco, noi gli siamo simpatici e non ci fa pagare nulla. Dall'altra parte, ci aspetta un complesso con campeggio, terme coperte e piscine scoperte con scivoli. Così piantata la tenda dedichiamo la serata a riposare le stanche membra fra idromassaggi, piscinette termali e palme finte.



Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

XI

?atez

Podzemelj

80

1000

8h

++++


Piscina termale all'aperto, scivoli, cappuccio e brioche, e poi partenza lungo la Sava, non senza passare a salutare il barcaiolo. La strada segue il fiume, poi devia seguendo la Krka in direzione Malence (c'è anche un cartello giallo della "kolesarska pot" numero 12). La strada è ondulata e con pochissimo traffico e ci porta fino a Podbocje dove deviamo verso Kostanjevica per mantenerci sulle stradine meno trafficate. Da lì proseguiamo fino a Sentjernej sulla principale, non molto trafficata, poi proseguiamo in direzione Novo Mesto fino a Ratez, dove facciamo La Scelta Geniale. La nostra cartina "Le strade secondarie che sono più accattivanti di quelle principali" dice che deviando verso Gabrje possiamo arrivare a Metlika lungo una strada secondaria che evita di entrare a Novo Mesto e dovrebbe essere molto meno trafficata. Ci lasciamo "accattivare", e iniziamo la salita, lungo una valletta di media pendenza, con sole a picco e il bosco che sghignazza ai lati della strada. Fino a Gabrje la salita è quasi piacevole, e quando si tramuta nell'ennesima rampa decidiamo di chiedere informazioni. I signori che incontriamo non vengono minimamente sfiorati dal sospetto che il loro sloveno non è alla nostra portata, e ci parlano per ore. Quello che riusciamo a capire è che la strada della cartina secondo loro non esiste o comunque non è praticabile in bici. I pensieri che si affacciano alle nostre menti sbruffone sono "i poverini non sanno leggere una cartina" o in alternativa "certo non possono immaginare cosa si può fare con i rapporti che hanno le bici moderne". Vorrebbero convincerci a tornare a Ratez per prendere l'altra strada, ma l'idea di perdere i preziosi 300 metri di dislivello conquistati fino a lì ci rende irremovibili. Un tipo con il trattore, che a suo dire parlava tedesco, dopo lunghe trattative ci confessa che una strada in realtà esiste, ma che non ce la consiglia proprio. Le nostre menti sbruffone esultano, e lo convinciamo a condurci fino all'imbocco di questa strada scortandoci con il trattore. Lui scuote molto la testa, con le mani ci indica pendenze pazzesche, ci dice che ci sono 8 chilometri di salita, ma non vogliamo sentire ragioni. Scendendo un po' arriviamo sulla strada, che è una stupenda strada statale, con tanto di tabelle segnaletiche dei chilometri, anche se queste tabelle che indicano quanti chilometri mancano non ritengono significativo dire quale sia la meta. Così ricominciamo a salire, e blocchiamo anche una macchina di giovani che ci confermano che la direzione è giusta, anche se fanno delle facce molto perplesse e la tipa dice "so far!". Ma noi siamo ormai lanciatissimi, e proseguiamo. Dopo un paio di chilometri la strada diventa sterrata, ma il trattorista ci aveva avvisati e non ci lasciamo intimorire. Va in una direzione che non ci piace molto, ma pensiamo faccia semplicemente il giro alla montagna invece di prenderla di petto. Dopo due ore che stiamo salendo, nel bosco sempre più fitto, con la strada sempre più a buche, le borse dell'Anto caricate sulla mia bici perché lei non ce la fa più, e dubbi sempre più grossi sulla effettiva destinazione di quella strada, la situazione si fa critica. Ma la strada sale ancora. Improvvisamente spiana, e appare l'ennesima svolta. Prego tutti i santi che dopo la svolta cominci a scendere, ma dietro la svolta c'è solo un bivio con tre strade e nessuna indicazione. Quasi in preda allo sconforto chiedo ad un passante se c'è una strada per Metlika, e mi dice di sì, senza neanche guardarmi come se avessi chiesto la strada per la luna. E per di più alla mia richiesta a gesti se va in salita o in discesa, mi dice che scende. La gioia invade i nostri cuori, rendo le borse all'Anto e iniziamo a scendere in un bosco diventato ormai piacevole. Senonchè dopo qualche chilometro la strada ricomincia a salire. E io inizio a temere seriamente l'ammutinamento della mia compagna. Fortunatamente sale solo per neanche un chilometro, per poi scendere definitivamente fino ad arrivare, 21 km dopo Gabrje, al passo dove effettivamente doveva arrivare la nostra strada alternativa. Per superare un passo di 615 m, siamo saliti a non meno di 950. La discesa è molto bella (anche se effettivamente la strada principale è piuttosto trafficata), ma l'Anto non mi parla più ormai da più di 10 chilometri. Confido di recuperarla portandola a cena, ed effettivamente, piantata la tenda nel camping di Podzemelj (a cui si arriva svoltando a destra prima di entrare a Metlika e percorrendo altri 6 km di saliscendi), riusciamo a ristabilire un contatto davanti a un piatto di patatine fritte nel ristorante poco lontano.



Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

XII

Podzemelj

Radenci

57

600

7h

+++


Purtroppo la speranza di aver imparato qualcosa dalla lezione del giorno precedente dura solo una notte. Il giorno dopo, dopo un piacevolissimo bagnetto nel fiume "all'alba" e 15 20 km di stradine secondarie senza traffico, ricadiamo nella tentazione della scorciatoia, e ci ritroviamo nel bosco in mezzo ai rovi. Questa volta siamo costretti a ritornare sui nostri passi, e buttiamo via non meno di tre ore solo per cercare di evitare di risalire 40 metri di dislivello. Ad onor del vero a Vinica sul bivio che dovevamo prendere noi c'era scritto solo "Crnomelj", mentre il cartello per "Stari Trg" c'era solo 50 metri dopo, ma questo non ci assolve? La strada successiva, costeggiata di more da cui ci lasciamo volentieri tentare, sale parecchio allontanandosi dal fiume. Il percorso è faticoso, ma già ci pregustiamo la discesa. Senonchè la statale due corsie giusto sul passo si trasforma vigliaccamente in stradina sterrata con un fondo pessimo che ci obbliga a stare attentissimi e ad andare quasi piano come in salita. Fra l'altro dopo qualche chilometro di discesa ricomincia a salire, sempre sterrata. L'asfalto ricompare solo per 2-300 metri in corrispondenza dei paesi (ad onor del vero piuttosto suggestivi, complice anche la luce del tramonto), prima di riapparire stabilmente pochi chilometri prima del bivio per Radenci. Naturalmente mezzo chilometro prima del ritorno dell'asfalto buco, ma ormai sono un riparatore provetto, e rimedio in breve tempo.

Quando arriviamo a Srednji Radenci è ormai quasi buio, e scopriamo che il campeggio, di cui in tutto il paese non c'è un solo cartello, è una sorta di campo scout, con doccia all'aperto (fredda) e gabinetto chimico. Ci consoliamo con il fatto che è decisamente economico (4 euro a testa) e che all'indomani siamo intenzionati a partire presto per tentare l'impresa fino al mare.



Tappa

Partenza

Arrivo

Km

Disl.

tempo

Difficoltà

XIII

Radenci

Glavotok (Krk)

115

1000

11h

++++


L'impresa fino al mare uno dotato di una cartina come si deve che gli illustra anche i dislivelli, non la proverebbe neanche. Ma noi come già detto più volte una cartina decente non l'abbiamo mai avuta, così ci lanciamo fiduciosi verso la costa. I primi 30 km costeggiamo piacevolmente il fiume, sostanzialmente piani, a parte brevi saliscendi, e a Dol offrono anche la possibilità per consumare una faraonica colazione alla tedesca, che decidiamo farà anche da pranzo e merenda. La pacchia prosegue fino a Petrina, dove sperperiamo i nostri ultimi "tollar" in cose assolutamente inutili prima di entrare definitivamente in Croazia. Appena dopo la frontiera ci riforniamo di "kune" e "lippe" (1/10 di kuna?) e ci prendiamo la ennesima cartina omaggio (e quindi scarsa) prima di iniziare i 12 km di salita pressoché costante che ci conducono nell'ameno villaggio di Delnice, 700 metri s.l.m. La signorina del locale ufficio turistico (alla quale non riusciamo ad estorcere una nuova cartina?) ci rincuora dicendo che i successivi 20 km sarebbero stati sostanzialmente in pianura e poi iniziava la discesa. Purtroppo ci rendiamo conto ben presto che la sua mente da automobilista considerava piano quello che per un ciclista assolutamente non lo è, così, seguendo in direzione Rijeka lungo la strada statale che però non è molto trafficata grazie alla recente realizzazione di una autostrada che va nella stessa direzione, arriviamo al passo Jelanje (che il cartello ci dice essere esattamente 880.9 metri di altezza?) non poco provati. Qui effettivamente comincia la discesa, in direzione Krk, con il mare ormai all'orizzonte e l'aria che si riscalda progressivamente. Arrivati in fondo l'aria è ormai torrida e il traffico molto sostenuto, e, dopo che l'Anto tenta inutilmente di passare a miglior vita ingaggiando un duello con un tir enorme, ci fermiamo ad un bar a meditare. Sorseggiando the freddo e aranciata estraiamo dal libretto dei camping della Croazia quello di Glavotok, che fra quelli dell'isola di Krk ci sembra dalla foto quella con il mare migliore e la vegetazione più folta. Verificato telefonicamente che hanno posto, ripartiamo, attraversando il grandioso ponte che unisce l'isola alla costa, sorprendentemente gratuito per i ciclisti (gli altri, giustamente, pagano). Subito dopo il ponte incontriamo altri due cicloturisti, lui cileno, lei francese, in evidente fuga d'amore. Sono partiti da tre settimane, dormono nei campi, e non sanno né dove andranno né quando torneranno. Ripartiamo, e scopriamo che l'apparente piattezza dell'isola è una pia illusione ottica, e la strada continua a salire e raramente a scendere. Le gambe sono ormai allo stremo, il sole tramonta inesorabilmente e il camping che abbiamo scelto è imbucato all'inverosimile, ma superata l'ultima salita, che ci è sembrata eterna, e goduta l'ultima meritata discesa, riusciamo a raggiungere l'agognata meta.